Il Regno del Topo

Dove viene garantita quotidianamente la giusta razione di formaggio....

domenica 16 maggio 2010

Lord of the Couriers - The fellowship of the Package

Tanto tempo fa, in una terra lontana lontana esistevano diversi villaggi, ed ognuno comunicava con l'altro con un corriere. Ma non ne esisteva uno solo, ne erano in molti. C'era la contea degli SDAurei, gli esplosivi TNT, i BARTOLINIani ed infine la regione più oscura e paludosa di tutto il regno, dove vivevano creature insignificanti e becere, beffarde nella loro miseria, ma sofrattutto erano i più arraffoni di tutto il regno. Erano i seguaci del dio UPS! Essi avevano corrotto il maestoso Re Postino ed infangato la sua nomina di Corriere Eterno, perché avevano instaurato con Lui un accordo oscuro secondo il quale tutto l'esercito dei corrieri seguaci di UPS avrebbero sacrificato un numero maggiore di pacchi in Suo nome, offrendogli così lauti banchetti di poveri plebei disperati del mancato recapito.
Grazie a questo accordo abietto il Signore dei Pacchi è rimasto assuefatto a questa abituale fornitura di disperazione da diventare corrotto a Sua volta, ed a causa di questa oscurità che si è insediata in Lui, si è stabilita una tassa che prevedeva l'applicazione di un dazio, chiamato il Sigillo del Male, ad ogni pacco che veniva spedito usando i megeri seguaci di UPS. L'infinita crudeltà infusa nel Re Postino ha arricchito notevolmente sia le casse del regno che la nomea attribuita ai seguaci di UPS di Corrieri Infami. Per questo motivo, nel regno, le altre contee hanno avuto man forte e si sono alleate per eliminare un nemico comune. La Battaglia dei Pacchi, così fu ricordata dalla storia, fu combattuta su tutte le vie a disposizione del regno sulle quali i Corrieri erano addestrati ed abituati ad utilizzare, e quindi vie aeree tramite l'utilizzo di airbus da trasporto corrispondenza, su binari tramite accozzamenti e deragliamento treni all'ultimo vagone ed infine via terra. Postini e corrieri di tutte le razze si sfidavano a colpi di Posta Celere, Raccomandate, Telegrafi e Valigie Diplomatiche. Ma alla fine l'unione degli alleati ha avuto la meglio ed hanno sconfitto finalmente l'orda dei seguaci di UPS ed hanno ripristinato l'antico ed originale splendore di sua Maestà, Re Postino, che è tornato ad essere grande e magnifico nella sua poltrona in finta pelle di daino. Fine...Già, del racconto forse, ma mica finisce qua davvero. Uscendo dal mio racconto di fantasia (tra l'altro anche abbastanza carino, oserei! ;) mi rendo conto che invece non è cambiato niente.
UPS continua a restare il corriere peggiore e Poste Italiane continuano a mettere dazi e sovraspese per tutti i pacchi importati dall'estero e più precisamente dall'esterno della Comunità Europea.Ho voluto inventarmi questo racconto come sfogo personale per riversare l'odio che provo nei confronti della dogana italiana e di UPS sopratutto.
Mi era capitato tempo fa di fare un ordine su ThinkGeek abbastanza grandino. Quando il pacco è arrivato mi è stato imposto il 20% sul lordo dichiarato più altre spese postali, quali: "Presentazione in Dogana", "DAU" e "Spese Postali". Queste spese rientrano nella categoria "Diritti Postali" e spiegatemi un pò voi perché dovrei spendere dei diritti postali su un pacco alla dogana. Soprattutto quando si parla di Corriere espresso. Per fortuna che dovrebbero avere un canale preferenziale, sti cazzi.Ma non è finita, ci sono inoltre i "Diritti Doganali" che sono appunto il 20% sul totale lordo dichiarato dalla bolla doganale del mittente.
Pensate un pò voi quanto dazio e tasse chiedono se l'ordine è più di 300 euro...
Di recente ho fatto un nuovo acquisto, su J!NX per essere precisi, e loro (da cui avevo già comprato e mi avevano spedito con SDA [CHE NON MI HA CHIESTO NIENTE DI TASSE]) questo ultimo pacco hanno pensato bene di spedirlo con UPS. Chissà su quale base decidono con quale corriere espresso inviare. Fatto sta che la storia si è ripetuta. Nuovo pacco spedito con UPS e nuove tasse e dazi da pagare non appena mi è arrivato a casa.
Ma sarà possibile?!?
Comunque, questa ultima fregatura mi è servita da lezione. Ora ho l'esperienza necessaria per poter affrontare il mio orco cattivo, e l'abilità che userò sarà quella di non comprare mai più dall'estero qualcosa che verrà spedito con UPS. Chiederò al mittente se può usare un corriere espresso diverso da UPS, e se non potrò non mi farò inviare il pacco.
Nel mio mondo di fantasia i seguaci di UPS sono stati SCONFITTI!!!

lunedì 10 maggio 2010

Certificazioni Linux? SI, GRAZIE!

Questo era proprio quello di cui avevo bisogno: una bellissima CERTIFICAZIONE LINUX!!!
Quando ormai pensavo che non ne esistessero ecco qui che spunta (grazie all'aiuto del mitico 220sta ElViz) un sito dove è possibile acquisire una bellissima certificazione Linux su tre livelli di conoscenza.
Questa certificazione ha degli sponsor invidiabili ed è anche accredita ed approvata dalla NCAA (National Commission for Certifying Agencies)
Volete saperne di più:
http://www.lpi.org/eng/certification/the_lpic_program/lpic_1
Espandete il verbo ed accorrete numerosi! Il pinguino non sarà mai più una nicchia dell'informatica, ma anzi si sta espandendo a macchia d'olio.
NON LASCIATEVI COGLIERE IMPREPARATI! CERTIFICATEVI LINUX!!!
Io lo farò! ;)

venerdì 7 maggio 2010

123...TANA!

Elogio a voi miei sudditi.
Oggi vorrei parlarvi di privacy. Argomento già noto?!? Beh, come stupirsi.
Si sa bene che esistono molti portali nei quali è possibile personalizzare un proprio profilo di sé da poter condividere con altre persone ed amici. Dall'avvento dei social network il rendere pubbliche le proprie informazioni è ormai pratica assodata. Chi non conosce social network quali badoo, facebook, twitter e altri. Ma non solo, anche altri strumenti nei quali invece di parlare molto di se si uppano foto a nastro che permettono di mostrare al mondo intero dove si è andati la scorsa estate o con chi si sta pomiciando di recente.
Perché no flickr, picasa, dropbox, eccetera eccetera.
La domanda che mi pongo io è: Quanto di pubblico hanno queste informazioni?!?
Si tende ad immaginare che queste informazioni si limitino ad essere circoscritte nell'ambito del social network che si utilizza, vero?!? SBAGLIATO!!!
Quando si utilizza un portale della tipologia di un social network bisogna porre molta, moltissima attenzione a come si rendono pubbliche alcune informazioni, perché un social network in quanto tale non pone nessun vincolo alla consultazione di alcune informazioni che un utente imposta come pubbliche a chiunque. AL MONDO INTERO!
Ed anche a strumenti terzi, quindi, perché no.
Da questa affermazione nasce il desiderio di scrivere questo post, ma prima di passare all'argomento centrale di questo post faccio prima un esempio che permetterà di comprendere meglio quanto seguirà.

Allora, quando ci si iscrive ad un social network è implicito che si desidera condividere le proprie informazioni e contenuti con il resto del mondo, o nella migliore delle ipotesi con i propri amici.
Non ci sarebbe motivo di iscriversi ad un social network altrimenti.
Quindi, iscrivendosi al social network di cui in questo esempio (facebook) tutti i propri contenuti sono impostati di default a livello di visibilità pubblico, ed è naturale che sia così in quanto la policy di un social network è appunto quella di poter condividere alcune proprie informazioni e bisogna fare in modo che sia così.
Quindi, se si iscrive una persona Pinco Pallino, tutto ciò che posterà o scriverà (quindi anche dati sensibili quali orientamento religioso o politico) saranno di dominio pubblico.
Il che significa che se io non sono amico di Pinco Pallino ma vado sulla sua pagina potrei vedere il suo orientamento religioso o politico.
E' uno sbattimento blindare il proprio accounti di facebook per isolare alcuni contenuti e renderli privati o inaccessibili, perché in alcuni casi facebook forza la visibilità di alcuni contenuti ad "Amici di amici".
Perciò se io non riesco a visualizzare le informazioni del profilo di Pinco Pallino perché le ha rese private, ma sò che Pinco Pallino è amico di Tizio Caio, basterà essere amici di Tizio Caio per poter accedere ad alcuni contenuti di Pinco Pallino senza necessariamente esserci amico.

Premettendo che tutto ciò ha dell'incredibile e che ha mandato a puttane quando di poco c'era rimasto di privacy nel web, c'è ancora di peggio: l'articolo di cui in questo post: 123people!!!
Il sito web http://www.123people.it/ è un portale che permette di effettuare una ricerca di dati riguardanti una particolare persona ricercando nei più comuni social network e nella cache di google.
Ora, può sembrare strano a sentirlo ma ciò non è per niente illegale, anzi. E' tutto fin troppo legale.
123people è uno strumento che effettua delle query sui social network riguardanti una particolare persona oggetto della ricerca, e se questa persona ha delle informazioni o contenuti pubblici questi sono visualizzati su questo sito.
Ma tutto ciò non si ferma su facebook, anzi: 123people ricerca su tutti i social network e sulla cache dei principali motori di ricerca informazioni riguardanti la persona di cui si vuole sapere qualcosa. Ed è raccapricciante sapere che non solo le informazioni vengono visualizzate, ma anche moltissime keyword riguardanti i maggiori argomenti caratteristici della persona.
Per fare un altro esempio: supponiamo che Pinco Pallino sia un maschio di Milano che fa l'avvocato ed ha studiato all'università o abbia scritto degli articoli.
Partendo dal fatto che esce fuori la sua mail, il suo numero di cellulare se è pubblico ed altri dati, nelle keyword appaiono parole chiave del tipo "Milano", "Giurisprudenza", "nome del sito sul quale Pinco Pallino ha scritto post" o peggio il suo sito internet.
Tipo, nel mio caso, è uscito fuori che ho scritto un articolo per il giornalino di S.P.R.I.Te. tempo fa e la mia vera mail, oltre una mio foto vecchissima, ma pur sempre una mia foto.
Insomma, sono inorridito ed ho voluto che questa mia sensazione fosse condivisa con il resto di voi lettori.

Buona navigazione, e occhio a cosa scrivete! ;)

giovedì 6 maggio 2010

L'attacco dei Tyrannosaurus RED!

Questa è una cosa che giunge nuova per me, anche se ne sentivo già parlare in giro di questi sistemi per multare automobilisti che fanno i furbetti e vedono il rosso come un verde daltonicamente più acceso e fuggono via dall'inesorabile attesa di una sosta che impedisce di arrivare in tempo in un luogo dove siamo già troppo in ritardo per arrivare. Traduzione: quelli che passano col rosso.
E' stato istituito diverso tempo fa un sistema che permetteva di effettuare sanzioni a quelle autovetture che passavano col rosso tramite un sistema di telecamere posto in posizione arretrata rispetto al semaforo che permetteva di visualizzare il "culo" della macchina in modo tale da poter leggere chiaramente la targa e far in modo di recapitare al furfante una bella lettera nella quale si richiedono compensi per un infrazione commessa. Potete quindi ben immaginare la gioia di questo malcapitato automobilista.
Questo sistema, secondo zeusnews fonte di questo articolo, era stato ritenuto illegale in quanto era stato dimostrato che alcune vicende evidenziate dagli automobilisti risultavano a favore degli stessi, ma è stato dimostrato anche che questi sistemi non sono affato fallimentari o discutibili e quindi il Ministero dei Trasporti ha deciso di rimetterli in funzione.
Questa mossa decisamente farà stringere il culetto un pò di più a tutti gli automobilisti d'Italia.
Occhi aperti, e questa volta quando passate un semaforo non guardate solo davanti, ma anche dietro per accertarvi della presenza malefica dell'occhio sinistro e imperscrutabile del T-RED!!!

Fonte: zeusnews
Citazione: I T-Red, i semafori che permettono di rilevare e multare chi passa con il rosso, non sono più illegali: anzi, al termine della verifica tecnica disposta dal Ministero dei Trasporti si scopre che non lo sono mai stati. [...] Durante le indagini per appurare la verità si è giunti persino all'arresto dell'inventore dei semafori intelligenti, Stefano Arrighetti. [...]